Lo studio CLEAR Wisdom ha dimostrato che l’inibitore orale permette di tenere a bada uno dei principali responsabili delle malattie cardiovascolari nei pazienti in terapia con statine. L’approvazione del farmaco è stata sottoposta alle agenzie regolatorie europea e statunitense, che dovrebbero pronunciarsi entro la prima metà del 2020.

Fondaparinux ha dimostrato di migliorare la sopravvivenza e di attenuare gli effetti avversi della sepsi indotta da e.coli nel modello animale. Futuri studi potrebbero allargare l’uso del fondaparinux, come farmaco per il controllo della sepsi.

L’idea di inibire i fattori di contatto della coagulazione (fattore XII e fattore XI) per prevenire o trattare la trombosi, a fronte di un basso rischio emorragico, non è nuova. Uno studio recente ha dimostrato come un anticorpo capace di legarsi al Fattore XI sia particolarmente efficace come antitrombotico.

Da una recente review la forte raccomandazione a seguire con attenzione i criteri di riduzione dei dosaggi dei NAO, in particolare per gli inibitori del fattore Xa, eliminando completamente la discrezionalità clinica.

Due studi hanno posto l’accento sul legame tra le due patologie, sottolineando in particolare come chi ha la prima presenti un rischio più elevato di contrarre anche la seconda rispetto alla popolazione generale affetta da fibrillazione atriale, anche se trattati con adeguata terapia anticoagulante orale.

Due studi hanno indagato se la presenza di aree emorragiche nel cervello possano aumentare il rischio di alcuni eventi e se i pazienti debbano continuare o meno il trattamento antitrombotico.

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