Questa condizione, caratterizzata da trombosi spesso in sedi inusuali, si intercetta meglio con i test di tipo ELISA e non con i rapidi.

Uno studio internazionale si propone di dimostrare che 2,5 mg al giorno di questo anticoagulante orale diretto sia non inferiore alla dose completa per la prevenzione delle recidive della trombosi e che sia superiore in termini di sicurezza. L’obiettivo è arruolare almeno 1.700 pazienti.

Per la prima volta è stato dimostrato su larga scala, in pazienti del mondo reale, che gli anticoagulanti orali diretti possiedono un’efficacia equiparabile a quella del warfarin con un più vantaggioso profilo di sicurezza anche nella terapia di questa patologia.

Un recente studio ha dimostrato la superiorità degli antagonisti della vitamina K in questa popolazione.

Sebbene i farmaci anticoagulanti orali diretti non richiedano un monitoraggio costante, è stata osservata un’associazione tra bassi livelli plasmatici dei farmaci allo steady-state e ricorrenza dell’ictus ischemico. Uno studio ha indagato questa correlazione nel mondo reale.

Un recente studio ha evidenziato che il 63% dei pazienti ricoverati per ictus o attacco ischemico transitorio mostrava una più bassa esposizione ai DOAC rispetto all’atteso e che era più frequentemente trattato con dosi più basse di quelle raccomandate.

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