Facciamo il punto sui numerosi studi del registro START, il trial in corso GIASONE, i risultati preliminari dello studio MAS e le conclusioni dello studio APIDULCIS che sono stati discussi durante il 7° Convegno di Fondazione Arianna Anticoagulazione e anticoagulazione.it.

La gestione dell'occlusione venosa retinica presenta ancora numerosi aspetti di incertezza, sia diagnostici che terapeutici, soprattutto per quanto riguarda la necessità e la durata di una terapia anticoagulante. Un nuovo studio del registro START valuterà  l’efficacia e la sicurezza dei trattamenti antitrombotici in uso ma anche il migliore approccio diagnostico e la storia naturale della malattia.

Si tratta dell’esame per ricercare la presenza di alcuni anticorpi chiamati aPS/PT la cui positività in un soggetto che ha eseguito i tre test previsti dai protocolli potrebbe aggiungere maggiore affidabilità alla diagnosi di sindrome da anticorpi antifosfolipidi.

Uno studio italiano suggerisce di sì: in attesa di ulteriori conferme, è quindi necessario prestare maggiore attenzione alle pazienti di sesso femminile a cui viene prescritto un DOAC, specialmente se affette da più condizioni di comorbilità.

Il lavoro ha dimostrato che l’uso della bassa dose di apixaban per il trattamento prolungato oltre al periodo iniziale, consente ottimi risultati sia per recidive che per eventi emorragici in pazienti che hanno avuto una trombosi.

Secondo i dati dello studio HYPERCAN, presentati al Congresso ISTH di Londra, il normogramma Vienna-CATS, che prevede la misurazione del D-dimero, è risultato in grado di discriminare meglio dello score di Khorana tra l’alto o basso rischio di tromboembolismo venoso in pazienti con diversi tipi di tumore solido metastatico che iniziavano una chemioterapia.

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