L'obesità rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di trombosi venosa. L'entità di questo rischio dipende anche da condizioni concomitanti come l'assunzione di alcuni farmaci.

Il paziente obeso rappresenta una sfida per il medico: non sempre si riesce ad ottenere il risultato terapeutico sperato a causa di vari fattori. Che fare? 

La malattia tromboembolica venosa può essere idiopatica (senza causa apparente) o secondaria a situazioni a rischio (interventi chirurgici, fratture, gravidanza, immobilizzazione prolungata).

Stiamo entrando nella stagione più fredda dell’anno, ed in questo periodo cosa è più bello che guardare dalla finestra una fitta nevicata? La magia del tornare bambini si ripresenta sempre appena vediamo la bianca coltre rivestire le strade ed i marciapiedi… Però attenzione!

Negli ultimi anni è emerso chiaramente che i "classici" fattori di rischio cardiovascolare (età, sesso, ipertensione arteriosa, diabete, dislipidemia, fumo) non riescono a spiegare completamente l'insorgenza e la progressione della malattia aterotrombotica, la cui fisiopatologia è molto complessa e vede la partecipazione di numerosi fattori, genetici e ambientali, in grado di interagire tra loro inducendo la comparsa di differenti manifestazioni cliniche.

Lo stress da lavoro è normalmente considerato uno degli elementi responsabili della diminuzione della qualità di vita, ma non viene annoverato tra i fattori di rischio per malattie cardiovascolari come ictus ischemico o infarto del miocardio.

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