L’incidenza del tromboembolismo venoso (TEV) è in aumento nei bambini, come riportato in vari registri pediatrici, ad esempio quello canadese, ed è più elevata nei bambini di età < 2 anni rispetto ai bambini più grandi.
Per i bambini affetti da tromboembolismo venoso (TEV) non è ancora autorizzata la terapia con anticoagulanti orali ad azione diretta (si attende il risultato degli studi clinici in corso). Recentemente uno studio canadese ha valutato la somministrazione di dabigatran in gocce in bambini con meno di 12 mesi dopo il trattamento standard. I risultati di tollerabilità sono stati buoni e non sono state registrate reazioni avverse.
Le ragioni di questo incremento non sono chiare e potrebbero essere dovute a miglioramenti delle procedure diagnostiche/terapeutiche nei bambini affetti da patologie in fase acuta. Attualmente il trattamento anticoagulante standard nella popolazione pediatrica prevede l'utilizzo di eparina non frazionata (UHF) o eparina a basso peso molecolare (EBPM) seguita da EBPM o bridging con AVK, per una durata variabile dalle 6 settimane ai 3 mesi nei neonati.
L'utilizzo di UHF e AVK presenta delle limitazioni, quali il profilo farmacocinetico non prevedibile, la necessità di un continuo monitoraggio e le interazioni con farmaci ed alimenti. Le linee guida del trattamento del TEV nei bambini derivano da quelle dell'adulto ed attualmente non includono l'utilizzo degli anticoagulanti orali ad azione diretta (NAO). Pertanto l'uso del dabigatran etexilato nella popolazione pediatrica con TEV richiede una validazione. La ricercatrice Halton e coll. hanno recentemente pubblicato su Thrombosis and Haemostasis i risultati di uno studio open-label di fase IIa, che ha valutato gli aspetti farmacocinetici/farmacodinamici (PK/PD) di una formulazione liquida per somministrazione orale di dabigatran, la sua sicurezza e tollerabilità in neonati affetti da TEV (di età < 12 mesi) che hanno completato il trattamento anticoagulante standard.
I pazienti hanno ricevuto una singola dose di dabigatran, stabilita utilizzando un nomogramma sulla base dell'età e del peso, mimando una esposizione paragonabile ai 150 mg utilizzati nell'adulto. Come end point di farmacocinetica è stata considerata la concentrazione plasmatica di dabigatran totale; gli end point di farmacodinamica hanno incluso il tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT), il tempo di ecarina (ECT) ed il tempo di trombina diluito (dTT). Gli end point di sicurezza hanno valutato l'incidenza di tutti i sanguinamenti e altri eventi avversi. Sono stati arruolati 8 pazienti: la media delle concentrazioni plasmatiche 2 ore dopo la somministrazione è risultata pari a 120 ng/mL, con un coefficiente geometrico di variazione del 62.1%; 12 ore dopo è risultata pari a 60,4 ng/mL con un coefficiente di variazione del 30%. La relazione PK/PD è risultata lineare per l'ECT e dTT (con un coefficiente di relazione R2 =0,858 e 0,920 rispettivamente) mentre non è risultata lineare per l' aPTT.
Non ci sono state morti, sospensioni del trattamento o reazioni avverse correlate. In conclusione la somministrazione di dabigatran etexilato è stata ben tollerata e non è stata osservata alcuna reazione avversa nei neonati. La relazione PK/PD è risultata comparabile a quella osservata nei pazienti adolescenti e adulti con tromboembolismo venoso.
Bibliografia
Halton JML, et al. Phase IIa study of dabigatran etexilate in children with venous thrombosis: pharmacokinetics, safety, and tolerability. J Thromb Haemost. 2017 Nov;15(11):2147-2157. doi: 10.1111/jth.13847. Epub 2017 Oct 26..

Oriana Paoletti
Dirigente Medico presso il Centro Emostasi e Trombosi - Laboratorio Analisi Chimico Cliniche e Microbiologiche degli "Istituti Ospitalieri" di Cremona
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