L'informazione che trovate su Anticoagulazione.it è indipendente: non riceviamo sponsorizzazioni "occulte" da parte delle aziende, che contribuiscono in minima parte con qualche banner pubblicitario. In questi otto anni il lavoro è cresciuto, così come le persone che lavorano al progetto. Fondazione Arianna, anche lei un organismo indipendente, destina giustamente la maggior parte dei propri fondi alla ricerca.
Ho avuto un’embolia polmonare, devo continuare la terapia anticoagulante per sempre? Il basso dosaggio del farmaco mi protegge? Un nostro lettore, dopo avere partecipato allo studio Apidulcis, ci interroga sulle implicazioni delle indicazioni emerse dall’aver preso parte alla ricerca.
Ho letto con molto interesse, ma anche con il dispiacere di vedere l’arretratezza dello stato attuale delle cose, la lettera e l'intervista delle studentesse in terapia anticoagulante che descrivono le difficoltà incontrate per il monitoraggio della terapia (con farmaco anti-vitamina K, AVK). Da loro emerge in maniera chiara il danno per la qualità della vita e le rinunce che spesso i pazienti devono accettare a causa del necessario periodico controllo dell’INR.
Facciamo il punto sui numerosi studi del registro START, il trial in corso GIASONE, i risultati preliminari dello studio MAS e le conclusioni dello studio APIDULCIS che sono stati discussi durante il 7° Convegno di Fondazione Arianna Anticoagulazione e anticoagulazione.it.
Di fronte ad un sospetto di embolia polmonare in gravidanza minimizzare i rischi dell’esposizione ad esami radiologici tutelando la sicurezza di mamma e bambino è tutt’oggi uno sfida per il clinico. I risultati di una recente meta-analisi confermano che alcuni algoritmi diagnostici consentono di escludere in modo efficace l’embolia polmonare nel 30-40% dei casi senza necessità di esami radiologici, ma le donne sottoposte ad angio-TC rimangono ancora troppe.
Le piastrinopatie congenite sono a tutt’oggi un problema clinico complesso e di difficile identificazione. I Centri italiani dedicati alla diagnosi delle piastrinopatie congenite sono pochi e scarsamente collegati tra di loro. Dalla necessità di favorire la collaborazione e l’interazione tra questi Centri, al fine di ottimizzare la gestione del paziente con sospetta piastrinopatia, è nata la Rete Diagnostica Italiana per Piastrinopatie congenite (ReDIP).
Sono stati pubblicati due nuovi score (CHAP e VTE-PREDICT) per la valutazione del rischio emorragico e trombotico al fine di supportare il clinico nella difficile scelta terapeutica sulla durata ottimale della terapia anticoagulante dopo un primo episodio di tromboembolismo venoso non provocato.
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Obiettivi e problemi delle Associazioni dei Pazienti Anticoagulati: intervista ad Antonia Pertosa
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Adriana Visonàe Romeo Martini